10 ago 1977 – 2017: 40 anni fa moriva Elvis Presley
La mostra ROCK! ricorda The King con un’esposizione realizzata in collaborazione con l’Elvis Museum on Tour e la Fondazione Bideri
“Prima di Elvis non c’era niente”, John Lennon. Con Elvis Aaron Presley ebbe inizio la grande rivoluzione del rock.
Nel quarantesimo anniversario della scomparsa del re del rock’n’roll, alcuni oggetti appartenuti a Elvis Presley, provenienti da collezioni private di Memphis [Tennessee – USA] e curate dall’Elvis Museum on Tour [il cui responsabile è mr. Franz Heel per la FH That’s All Right GmbH] potranno essere ammirati dal 2 al 30 settembre 2017 all’interno della settima edizione della mostra ROCK! ideata e diretta dai giornalisti Carmine Aymone e Michelangelo Iossa nelle sale del PAN – Palazzo delle Arti di Napoli.
I visitatori così potranno ammirare:
– la camicia militare originale indossata da Elvis Presley durante il suo leggendario servizio di leva a Friedberg, in Germania (1958 / 1960), luogo dove conobbe la sua futura moglie Priscilla
– l’originale distintivo da sceriffo della Contea di Shelby [Tennessee] che venne consegnata ad Elvis Presley nella sua residenza di Graceland il 28 dicembre 1970 dallo sceriffo Roy Nixon
– copia originale del numero speciale del quotidiano Memphis Press Scimitar del 17 agosto 1977, pubblicato il giorno seguente alla morte di Elvis Presley
– 30 roll-up descrittivi con testi e foto (intitolati “Il diario di Elvis” in italiano e in inglese), ognuno 85 x 215 cm, con l’intera storia del re del rock
– riproduzioni del testamento di Elvis Presley, di una sua lettera del 1956, della sua ultima lettera del 15 agosto 1977, del suo foglio di congedo militare.
A questi oggetti in esposizione si aggiungono numerose memorabilia messe a disposizione dalla Fondazione Bideri presieduta da Ferdinando Bideri che detiene i diritti d’autore del classico napoletano ‘O sole mio che Elvis incise nel 1960 come It’s now or never, ancora oggi il suo singolo più venduto. Di tutte le incisioni proposte dalla Fondazione Bideri, saranno disponibili QR-codes che consentiranno ai visitatori di Rock! 7 di poter ascoltare i brani via smartphone.
Elvis Presley e il suo bacino che si agitava selvaggiamente su un ritmo indiavolato scossero il torpore dell’America degli anni Cinquanta e della guerra fredda. Subito ribattezzato Elvis the pelvis, divenne in breve tempo il simbolo e l’immagine grandiosa e inebriante di questa rivoluzione sonora che incantò milioni di giovani in cerca di una nuova identità.
- 149 dischi d’oro, platino e multiplatino,
- Elvis è l’unico artista ad essere inserito in quattro Hall of Fame: rock, gospel, country e rockabilly.
- La sua casa è stata dichiarata monumento nazionale ed è la seconda casa più conosciuta d’America dopo la Casa Bianca.
- In Inghilterra ha piazzato 18 hit al numero uno superando i Beatles con 17 singoli al primo posto
- Il suo concerto Aloha from Hawaii fu visto da più di un miliardo di persone (meno persone videro lo sbarco sulla Luna!)
La figura di Elvis è legata a Napoli.Nel settembre del 1960, The King incise It’s now or never, cover del classico ’O sole mio di Giovanni Capurro, Eduardo Di Capua, Alfredo Mazzucchi, pubblicato nel 1898; versione questa che, ancora oggi, risulta la più venduta (più di 10 milioni) e il singolo più venduto di Presley (derivato da una precedente incisione dell’attore e cantante Tony Martin).
L’artista statunitense, qualche anno più tardi, interpreterà anche Surrender (Torna a Surriento di Ernesto e Giambattista De Curtis) e, nel 1966, Write me to Naples di Alex Stone e Jimmy Kennedy
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